Betty Brennan racconta il suo cammino: da un’esistenza oscura precipitata nel satanismo, al suo incontro liberatorio con Cristo e al suo ritorno nella Chiesa Cattolica. E’ possibile ascoltare la sua testimonianza in lingua originale, dalla sua viva voce in una conferenza-incontro di preghiera, che è stata divulgata in molte radio ed anche distribuita in CD. E’ significativo notare come attualmente molte conversioni al Cristianesimo ci stiano arrivando proprio dagli Stati Uniti, dove il satanismo è più diffuso e radicato e dove esistono le sette più potenti: dove più la menzogna si diffonde, più emerge la Verità.
Questi sono i passi più importanti della testimonianza dell’ex-satanista Betty Brennan:
“Fino a 18 anni fa, ero seguace del satanismo in una setta, ed ero anche arrivata ad alti livelli: perseguitavo la Chiesa Cattolica in ogni modo, mi era stato inculcato di fare questo, nella setta satanica in cui ero entrata, anzi scivolata dentro, senza quasi rendermene conto.
Ero nata e cresciuta a Brooklyn, da genitori cattolici: mio padre morì quando io avevo soli dodici anni; mia madre, incapace di gestire il grande dolore per la scomparsa di mio padre, decise di mandarmi in una scuola cattolica in Europa, privandomi così del suo affetto e allontanandomi da casa. Questo per me fu un trauma, perché mi sentivo molto sola a quell’età e molto confusa. La fede in Cristo mi fu di grande aiuto nel superare questa solitudine e riuscii a diplomarmi con successo. Tornata in America, mi sposai ed ebbi un figlio con gravi problemi di salute, malattia terminale al cervello, lo vidi morire dopo due soli anni di vita, e qualcosa dentro di me morì con lui … crebbe in me una terribile rabbia verso Dio: la mia fede crollò, non aveva basi solide, forse perchè non ero stata particolarmente seguita dalla mia famiglia di origine, e mi sembrava che anche Dio Padre mi avesse abbandonata …
Lavoravo come insegnante, ed ero anche violoncellista in una orchestra di musica classica: qui conobbi un altro musicista, un uomo più grande di me, molto affabile, che nella vita faceva lo psicologo, con cui mi confidavo spesso, sembrava molto attento a me e al dolore che stavo vivendo per la perdita di mio figlio … mi offriva caffè nelle pause, accettava di buon grado i miei sfoghi di rabbia e frustrazione verso Dio e non mi diceva di smettere, anzi mi spingeva ad aumentare questo odio e tutto ciò mi fece sempre più coinvolgere nella sua frequentazione … Una sera, mi invitò ad una “festa”, io accettai, dato che mio marito era fuori per lavoro, ed io sentivo la necessità di fuggire dal mio martellante dolore: l’uomo mi disse che era un “incontro particolare di lettura e altro” … Era un luogo fuori città, molto nascosto: appena udii i “canti e le litanie” che queste persone recitavano, appena poi vidi la dissacrazione della Santa Eucarestia, capii subito di cosa si trattava: una messa nera, ed il mio amico psicologo era un sacerdote satanista, ma io non potevo muovermi da lì. Sentivo che avevo bisogno di quelle persone, sentivo il potere che c’era lì, ne ero come catturata, fino al punto di sentirne la necessità fisica … fu così che mi legai alla setta satanista, senza quasi rendermene conto. Non partecipai a sacrifici umani, anche se posso dire che lì avvenivano in certe occasioni.
Cominciai così una doppia vita: in casa con mio marito, fingevo di comportarmi come prima; ma dentro,ero morta a me stessa.
Andavo a Messa la domenica con mio marito e figli, ma non potevo rimanere nella seconda parte della Messa: appena cominciava la Liturgia della Santa Eucarestia,io cominciavo a sudare, provavo odio e al contempo avevo paura della reale presenza di Cristo nell’Eucarestia senza rendermene conto, ed ero costretta ad uscire sempre dalla chiesa con qualche scusa …
Ma Gesù continuava a cercarmi, nonostante io fossi nel buio più nero: un’ amica di famiglia mi chiese un giorno di accompagnarla ad una Messa di guarigione, in un gruppo cattolico del Rinnovamento Carismatico: mio marito mi disse che avrei fatto bene ad andarci : infatti apparentemente io continuavo a fingere di credere ancora in Dio e di andare in chiesa regolarmente. Così accettai di andare alla Messa di guarigione, ma per me era solo una sfida contro Dio. La mia amica alla fine, dopo diverse volte in cui partecipai con lei a quelle Messe di guarigione, mi chiese come mai stavo così male e sudavo e dovevo uscire, quando c’era il momento della liturgia eucaristica … si era anche accorta, infatti, che durante quegli incontri in cui c’ero io, tutte le volte le luci nella chiesa improvvisamente si spegnevano, veniva a mancare la corrente elettrica, e il sacerdote era costretto a continuare la messa a lume di candela. “Quando tu non vieni alla messa di guarigione, queste cose strane non succedono mai e le luci rimangono sempre accese: si spengono solo quando ci sei tu!”, mi disse la mia amica, fissandomi molto turbata, ed io sapevo che diceva la verità, perché quei fatti non erano “accidentali”: li provocavo veramente io, o meglio “qualcun altro dentro di me”, per disturbare la messa, usando i “poteri” che avevo ricevuto … poteri che in realtà mi stavano distruggendo.
L’ultima volta che partecipai a quella messa di guarigione, davanti al sacramento dell’Eucarestia, mi sentii paralizzata: ero in preda al terrore, e feci fatica a riprendermi e scappai fuori dalla chiesa di corsa: ricordo che ero furiosa e volavo letteralmente sulle scale, tanto che andai a sbattere contro un sacerdote che le stava risalendo: si fermò un attimo a fissarmi, stavo sudando e gridando, allora il sacerdote -che poi scoprii essere un esorcista- mi disse: “dimmi chi sei,nel Nome di Gesù !”.
Da quel momento, non ricordo più nulla, a parte che il sacerdote con altre persone fecero molta fatica a trattenermi dal fare male a me stessa e agli altri, tanta era la rabbia e la forza distruttiva sovrumana che usciva da me …
Da quel momento, cominciò il mio cammino di guarigione e di liberazione, che oggi mi ha portata qui a testimoniare.
Gesù era venuto a cercarmi, io l’ultima tra gli ultimi, la più indegna di tutti, eppure lui stava cercando me, perché è a Lui che appartengo, sono una sua creatura preziosa, la mia anima è unica e speciale, Lui solo mi ama veramente da sempre e nonostante i miei errori, Lui solo può davvero guarirmi: nei mesi del mio percorso di liberazione, capii che i demoni riconoscono la reale presenza di Cristo nel sacramento dell’Eucarestia, così come la riconoscono gli angeli santi di Dio, che ci insegnano ad amarlo. Capii che avevo bisogno di essere guarita dalla sofferenza e dal dolore, che mi portavo dentro dall’infanzia: sono passaggi inevitabili di questa vita, ma io mi ero rifiutata di affrontarli e superarli con Dio e avevo sbagliato a prendermela con Gesù Cristo, quando morì mio figlio, era solo con me stessa che avrei dovuto prendermela, perché non avevo cercato le risposte al mio dolore in Dio solo, ma le avevo cercate nel mio orgoglio ferito, le avevo cercate nell’odio, ero caduta nel satanismo, dove la mia ferita non solo non fu curata, ma divenne un abisso di tormento più profondo: Dio ha usato e ribaltato quella mia esperienza orribile nel satanismo per farmi sperimentare personalmente la potenza della Santa Eucarestia, la bellezza della vera fede cristiana in cui ero nata e cresciuta, ma che fino ad allora non avevo voluto vivere veramente: attraverso la Santa Eucaristia, Gesù si è manifestato a me in tutto il suo amore, che non guarda alle nostre indegnità, al nostro passato, ma ci chiede solo di riconoscerlo e amarlo. Gesù mi ha guarita dal dolore della perdita dei miei cari, perché mi ha fatto entrare nel suo cuore, attraverso la Santa Eucaristia: e lì ho trovato tutte le risposte che cercavo: la morte non ha mai l’ultima parola, perché l’Amore di Cristo ha vinto la morte, il maligno e ogni male. Gesù mi ha veramente liberata e mi ha fatto rinascere come creatura nuova in Lui.
Gesù mi chiede di fare con il mio prossimo ciò che Lui ha fatto con me: amare anche chi mi odia, i più lontani da Dio, pregare per loro, perché possano attraverso di noi sentire il profumo di Cristo, sentire che in quel Pane spezzato c’è l’amore di Dio che si dona, non per condannare, ma per guarire e salvare ognuno di noi, per accompagnarci in ogni istante della nostra preziosa vita, che anche nei momenti difficili e dolorosi diventa più leggera, perché quel nostro dolore Gesù lo ha già portato su di sé e se rimaniamo in Lui lo trasforma in strumento di grazia per noi stessi e per chi ci sta accanto.”
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