Il proliferare delle sette è un fenomeno tipico della modernità che si è affacciato nella storia degli altri paesi già da molto tempo. I movimenti propongono tre linee di forza: il ricorso ad una esperienza “interiore”, un messaggio di salvezza, l’aderenza ad una comunità. L’esperienza interiore dovrebbe condurre all’autorealizzazione, ad un miglioramento delle capacità mentali, all’equilibrio psico-fisico. Il messaggio di salvezza comporta la scoperta di una verità misteriosa segreta, di origine mistica. Infine i movimenti pretendono di essere comunità consacrate in grado di ridefinire non solo l’identità del soggetto, ma l’intera realtà. Le sette infatti si propongono tutte un rinnovamento, una trasformazione a livello mondiale delle relazioni sociali, individuali e simboliche. Tutti gli adepti pensano di essere il “sale della terra”.
Gli individui confluiscono nelle sette stimolati da:
– la polemica anti-scientista e anti-tecnologica con punte di diamante nettamente “ecologiche”;
– la critica radicale al cattolicesimo perché è “arido, stantio, impelagato col potere e artefice dei roghi dell’Inquisizione”;
– l’importanza data all’individuo: l’uomo è il grande miracolo, l’uomo contiene tutta la verità;
– la promessa di potere magico e di un sapere segreto.
La gente frustrata riceve dal gruppo esoterico la possibilità di una gratificazione: tutti si sentono importanti e chiamati ad una significativa missione. Il tipo ideale dell’esoterico italiano degli anni ’90 è un frustrato della modernità che però ha molte ore libere da dedicare allo studio della dottrina segreta, mentre un tempo avrebbe lavorato in fabbrica o nei campi per 12 ore al giorno; è un vegetariano che sessanta anni fa avrebbe sofferto di sottoalimentazione e che ora disprezza la carne proprio perché la può comprare; è una casalinga che usa i contraccettivi ma che odia la scienza e la medicina ufficiale; è un giovane assediato dalla solitudine perché tutti in famiglia lavorano per permettergli beni di consumo che detesta perchè non se li guadagna sudando; è un reduce dei gruppetti del ’68 che odia il prete ma non può fare a meno di porsi domande sulla spiritualità.
Su tali situazioni di base gioca il carisma dei capi, che danno risposte “buone per tutte le stagioni”, e lusingano i creduloni sostenendo che possono diventare simili a Dio. Va da sè che i maestri sono il più delle volte in mala fede e pretendono una sottomissione per brama di potere e, soprattutto, per motivi economici. Un vertiginoso giro di miliardi è infatti legato a tutti i gruppi, alle sette e alle organizzazioni esoteriche. Di fronte alle figure dei maestri gli adepti si fanno sottomessi, fiduciosi, si privano di ogni senso critico e diventano succubi, pronti ad essere manipolati in ogni senso. L’esoterismo non dà strumenti veri di liberazione, ma in nome della libertà, del soggettivismo ripropone la dipendenza intellettuale. L’uomo vuole un capo carismatico che in nome della libertà gli dia invece schiavitù.
IL SATANISMO
(articoli presi dalla rete)