I movimenti satanisti contemporanei

Tratto da ‘Sette e Religioni’ n. 5 Gennaio-Marzo 1992

di Massimo Introvigne

Il contesto

La letteratura sul satanismo si è arricchita negli ultimi anni di un gran numero di titoli, ed è ormai molto vasta. Invano, tuttavia, si cercherebbe in questa vasta bibliografia un numero significativo di studi sui movimenti satanisti contemporanei.
Per la gran parte i testi sul satanismo che sono oggi disponibili parlano d’altro. Un gran numero di titoli – che provengono sia da organizzazioni “anti-sette” di origine “laica” e dalla professione psichiatrica, sia dal diverso movimento “contro le sette” di origine protestante – denunciano l’esistenza negli Stati Uniti di un network segreto e criminale di satanisti che sarebbe responsabile di numerosissimi crimini, dal sistematico abuso sessuale dei bambini all’omicidio.

Alcuni agenti di polizia hanno preso sul serio queste ipotesi ed è nato un piccolo ma combattivo gruppo di cult cops, “poliziotti dell’occulto” che si battono con uguale zelo contro i satanisti e contro gli scettici. Un numero non altrettanto grande, ma crescente, di testi che provengono dal mondo della sociologia e dell’antropologia denunciano l’intera tesi del network segreto di satanisti come un mito, una illusione o peggio – secondo il titolo di un brillante studio dell’antropologa Sherril Mulhern – come “una leggenda alla ricerca di una Inquisizione”, un pretesto per proporre “leggi speciali” destinate a colpire gruppi e stili di vita che da una parte alcuni psichiatri, dall’altra la lobby fondamentalista “contro le sette” considerano inaccettabili.

Gli attori sociali che sono scesi in campo sono particolarmente interessanti da osservare. Da una parte, accanto ai fondamentalisti con cui l’alleanza è tutt’altro che facile, troviamo le organizzazioni tradizionali del movimento “anti-sette” come il Cult Awareness Network e la American Family Foundation, che – mentre i loro avversari più tradizionali, i big three, cioè i tre “culti” più controversi (la Chiesa dell’Unificazione, gli Hare Krishna e la Scientologia), sono in una fase discendente quanto al numero degli aderenti, e forse anche quanto all’interesse che sollevano – scoprono un nuovo nemico paradigmatico nel satanismo.

Dall’altra troviamo – accanto ai sociologi, le cui cattive relazioni con i gruppi “anti-sette” negli Stati Uniti sono ben note – gli scettici di professione e le loro organizzazioni che, dopo essersi dedicate per anni a “smascherare” i fenomeni della parapsicologia e dell’occulto, oggi sembrano provare un particolare piacere a “smascherare” l’ingenuità di chi crede alla minaccia satanista, particolarmente quando si tratta dei “poliziotti dell’occulto”. Jacquie Balodis, che dirige una organizzazione anti-satanista dal bel nome di Overcomers Victorious, ci assicura che “è plausibile che 50.000 esseri umani vengano sacrificati ogni anno in rituali satanici. I corpi non si trovano mai perché vengono mutilati, mangiati, bruciati o sepolti”. I sociologi – e per la verità anche qualche specialista di indagini criminali – ribattono, con una serie di argomenti, che queste cifre sono assurde e impossibili, e che gli episodi criminali con omicidi in cui è stato provato un qualche collegamento con il satanismo o l’occultismo sono meno di una decina.

Ma – ci possiamo chiedere – questo dibattito riguarda veramente i gruppi satanisti contemporanei? La domanda sembra strana, ma non lo è. L’ideologia dell’anti-satanismo – “laico” o fondamentalista – postula l’esistenza di un continuum in quattro quadranti, che parte dalla musica rock e dai giochi fantasy con riferimenti diabolici e occulti, passa ai gruppuscoli giovanili che mescolano rituali satanici e droga, attraversa rapidamente le organizzazioni dei satanisti “ufficiali” come la Chiesa di Satana o il Tempio di Set e arriva infine al “vero” avversario, il network segreto composto da persone insospettate e insospettabili che tuttavia si ritrovano nottetempo per praticare riti tanto inconfessabili quanto pericolosi.

L’anti-satanismo è interessato soprattutto al quarto quadrante (gli insospettabili) – da dove viene il vero pericolo – e al primo (i giovani che “giocano” con il rock o i fantasy games “satanici”), dove dovrebbe operare la prevenzione. Sfrutta il secondo quadrante (i gruppuscoli giovanili) come parabola o prova, perché lì trova (qualche volta) delle attività criminali concrete.

Ma il terzo quadrante – quello dei satanisti “ufficiali” – rimane sostanzialmente in ombra, anche se fornisce delle magnifiche fotografie e degli impressionanti filmati quando l’anti-satanismo ottiene spazio sui rotocalchi o alla televisione. Dopo tutto non si può certo chiedere al network segreto di filmare le sue cerimonie criminali, mentre la Chiesa di Satana – il cui leader, Anton LaVey, coltiva volutamente un aspetto davvero mefistofelico – ha una vera passione per la pubblicità gratuita.

Gli anti-satanisti e i loro avversari sembrano così convenire che i movimenti del satanismo contemporaneo sono sostanzialmente un fenomeno marginale: il vero oggetto del contendere è altrove. Una curiosa conseguenza è il tentativo – da parte soprattutto dei gruppi anti-satanisti che muovono dal fondamentalismo (quelli “laici” sono meno interessati alle questioni di dottrina) – di estendere l’area di quanto viene chiamato “satanismo”. Tutto l’occultismo viene denunciato come “satanico” e una letteratura estrema, che riprende temi ottocenteschi europei, non esita a sospettare un carattere “satanico” segreto anche nella massoneria. Ma anche autori meno estremi non esitano a rubricare nel satanismo almeno tutta la corrente della magia cerimoniale che insiste su una critica radicale della morale, sull’avversione per il Cristianesimo e sulla magia sessuale, in particolare la corrente “thelemita” del mago inglese Aleister Crowley (1875-1947).

Crowley è certamente una figura estremamente complessa, ma per collocarla occorre intendersi sul significato e sulla portata del termine “satanismo”. Per la fenomenologia e la sociologia dei movimenti religiosi e magici contemporanei, satanisti sono quei gruppi che venerano il personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia (che lo intendano come un archetipo junghiano o come un essere personale). In questo senso Crowley non è satanista perché non riserva nessun ruolo particolarmente prominente al Diavolo nel suo sistema di simboli: Satana, al contrario, “non esiste”, l’unico dio è l’uomo e in particolare, nell’uomo, la venerazione si indirizza alla sessualità, che rappresenta nel microcosmo il Sole, dio del macrocosmo in una prospettiva panteistica. Crowley, certamente, ha scritto un Inno a Lucifero, ma si tratta di una rivendicazione del peccato originale che ha trasformato la vita dell’uomo da “macchina impeccabile”, ma “imbecille” e “senza senso”, in un’avventura interessante e gioiosa: “la Chiave della Gioia è la disobbedienza”.

Questo esercizio letterario – con antecedenti illustri in Carducci e in Baudelaire – ha una evidente intonazione simbolica, e non muta il sistema dottrinale di Crowley, che oscilla fra l’ateismo e un vitalismo panteista. Chi insiste nel definire Crowley satanista attira l’attenzione sul suo odio furibondo per il Cristianesimo e sugli aspetti perversi della sua magia sessuale. Qui, però, bisogna intendersi. Il teologo che legge Crowley può avere l’impressione di trovarsi di fronte a una forma di “satanismo” molto più meritevole di questo nome delle varie Chiese di Satana californiane. Si tratta di una valutazione che, dal punto di vista della teologia, è perfettamente legittima: ma il teologo sta utilizzando il termine “satanismo” in un significato diverso da quello in cui lo usano la sociologia e la fenomenologia dei nuovi movimenti religiosi.

Per il teologo, secondo una certa tradizione di pensiero, è satanista – comunque si auto-definisca – chi manifesta nei suoi miti e nei suoi riti un odio tematico per il Dio cristiano insieme all’orgoglio diabolico di “essere come Dio”. Per il sociologo, e per chi deve descrivere movimenti e gruppi, l’anti-cristianesimo estremo e la pretesa di auto-divinizzazione tramite la magia caratterizzano numerosi e diversi movimenti magici, distinti a seconda dei loro sistemi simbolici. E solo quando il centro del sistema simbolico è Satana si può parlare propriamente di satanismo. Questo non significa che Crowley, come altri autori del moderno occultismo, non abbia esercitato una enorme influenza sul satanismo contemporaneo, che dalla corrente crowleyana ha attinto a piene mani simboli e riti.

Ma, all’interno del mondo dei “nuovi movimenti magici”, i movimenti satanisti in senso stretto hanno una loro specificità. Un esame di alcuni di questi movimenti ci permetterà di rispondere al quesito se si tratti, effettivamente, di realtà semplicemente marginali e secondarie.

2. I movimenti

Nel quadrante dei satanisti “ufficiali” – che vogliamo ora prendere specificamente in esame – possiamo ulteriormente distinguere vari settori. Due settori periferici presentano un interesse limitato per una indagine relativa ai movimenti satanisti tuttora in attività. Un primo settore è quello dei gruppi – “bande” più che movimenti – che si riuniscono intorno a un leader “satanico’” che si propone, più che come moral entrepreneur in grado di reinterpretare la realtà con nuovi simboli persuasivi, come semplice “capo” e guida per azioni di carattere criminale o teppistico. Questi gruppi non sono veramente “nuovi movimenti magici” perché sono troppo poco organizzati; il loro sistema dottrinale è inesistente o rozzo (spesso non vi è neppure nulla di scritto), e non vi è né proselitismo né sforzo di comunicazione con il pubblico: i media e la società li conoscono solo in occasione degli episodi criminali che portano alla loro scoperta e insieme alla loro distruzione.
La “Famiglia” di Charles Manson, responsabile dell’omicidio dell’attrice Sharon Tate e di altre persone nel 1969, è l’esempio più noto di queste “bande” (anche se i simboli di Manson non erano tratti solo dal satanismo, ma anche da una tradizione apocalittica cristiana e dal marxismo).

All’estremo opposto troviamo gruppi troppo organizzati, nati intorno ad elucubrazioni intellettuali complesse e quindi condannati a un equilibrio instabile e a un’esistenza precaria. Dopo che Carl Gustav Jung ha proposto la sua interpretazione “ricostruttiva” della Trinità, consigliando di fare riemergere dall’inconscio il quarto elemento “oscuro” – il Diavolo – passando a una “quaternità”, non sono mancati gruppi che hanno cercato di costruire “religioni” e liturgie ispirate alle sue teorie e a quelle di altri psicanalisti. Il più famoso, The Process, aveva ideato una impressionante liturgia “luciferiana” dove integrava in una “quaternità” due coppie: Geova e Lucifero, Cristo e Satana. The Process, in equilibrio instabile proprio a causa della sua estrema sofisticazione culturale, è esistito soltanto per un decennio (1965-1975), ma è rimasto un nome noto a due categorie di persone: i sociologi, a causa di una famosa “osservazione partecipativa” pluriennale del sociologo della religione William Sims Bainbridge (che si spinse fino a diventare uno dei dirigenti del gruppo); e i seguaci del discusso leader politico-culturale americano Lyndon LaRouche, che sospettano una prosecuzione clandestina di The Process e lo denunciano soprattutto perché ne faceva parte James Markham, il vice-procuratore che sostenne l’accusa nel processo di Boston in cui LaRouche fu condannato a 15 anni di prigione. Il fondatore di The Process, Robert De Grimston (un ex-scientologo inglese), prometteva ai suoi seguaci la liberazione, ma continuava a creare “strutture intellettuali sempre più complesse, che sembravano agli adepti sempre più lontane dalla realtà”: il gioco non poteva durare, e The Process rimane il gruppo esemplare di un settore del nostro quadrante che ospita gruppi troppo strutturati per essere stabili.

Al centro del quadrante troviamo invece quelli che Eileen Barker ha chiamato “nuovi movimenti religiosi satanisti”: veri e propri movimenti, organizzati come i “nuovi movimenti religiosi” con la differenza che l’esperienza e il sistema simbolico che vengono proposti non hanno al loro centro Dio o il Divino, e neppure l’uomo, ma il Diavolo. I “nuovi movimenti religiosi satanisti” che superano il centinaio di seguaci non sono probabilmente più di una dozzina in tutto il mondo, e solo due forse superano il migliaio di adepti: la Chiesa di Satana di San Francisco e il Tempio di Set.
Daremo una breve scheda, e qualche indicazione bibliografica in nota (ove disponibile), sui gruppi principali:

CHIESA DI SATANA (San Francisco). Fondata da Anton Szandor LaVey il 30 aprile 1966 è il nuovo movimento religioso satanista più discusso – per le tendenze esibizionistiche e istrioniche del suo fondatore – ma insieme più importante, almeno perché ha ispirato la maggior parte dei gruppi successivi (compresi quelli che negano qualunque collegamento). La storia delle sue origini mostra che il satanismo contemporaneo non esisterebbe senza Crowley, e insieme che quando un gruppo si dichiara apertamente satanista esce dal milieu crowleyano più “ortodosso”.
Ex inserviente di circo, domatore di leoni, ipnotizzatore da night-club, attivista della Lega per la Libertà Sessuale e fotografo della polizia di San Francisco, LaVey (nato nel 1930) sarebbe rimasto uno dei molti eccentrici californiani senza l’incontro con il cineasta underground Kenneth Anger (il famoso autore di Hollywood Babilonia) e con il suo ambiente di entusiasti di Crowley, continuatori delle attività che la Loggia Agapè dell’O.T.O. aveva svolto in California negli anni 1950. Quando viene fondata la Chiesa di Satana, LaVey – con il cranio interamente rasato e un appropriato pizzo luciferiano – è l’uomo che colpisce i media, ma l’ideologo è Anger (che porta anche i primi contatti con il mondo del cinema, dove aderiranno alla Chiesa di Satana celebrità come Sammy Davis e Jayne Mansfield). Ma quando Satana diventa il centro del sistema simbolico della Chiesa di San Francisco – non più solo un pretesto per riproporre temi crowleyani – Anger rompe con LaVey, che negli anni 1970-1975 prosegue una carriera autonoma, diventa una celebrità, raduna qualche migliaio di seguaci e dagli Stati Uniti sbarca anche in Europa.
La Chiesa di Satana di LaVey è tanto razionalista da sembrare atea: Satana – recita la prima delle “nove affermazioni sataniche” – “rappresenta l’indulgenza in luogo dell’astinenza” e i rituali celebrano l’uomo che gode in pienezza la sua vita finalmente libero dalle inibizioni e dalle superstizioni religiose. La stessa “messa nera” per LaVey è più uno psicodramma che deve liberare i cristiani (soprattutto i cattolici) dalle loro superstizioni che un atto effettivamente magico. Solo razionalismo e ateismo, dunque? Sembrerebbe di sì, ma un episodio del 1975 getta qualche dubbio su tutta la costruzione. In quell’anno la maggioranza dei seguaci di LaVey segue lo scisma del Tempio di Set, dove la realtà personale di Satana – che non è più solo un simbolo – viene vigorosamente affermata. Qualunque cosa teorizzasse LaVey, i suoi rituali avevano evidentemente predisposto molti seguaci a seguire un satanismo non più razionalista, ma occultista.
Dopo lo scisma del 1975 la Chiesa di Satana di LaVey si era ridotta a operare principalmente per corrispondenza, e sembrava moribonda. Negli anni 1989-1990, grazie alle figlie di LaVey, Karla e Zeena, e a Blanche Barton, la Chiesa di Satana ha riguadagnato terreno in un modo sorprendente per gli osservatori, e il suo nuovo bollettino, The Black Flame, ripropone a una “gioventù d’acciaio” le gioie della “legge del taglione”.

TEMPIO DI SET. Michael A.Aquino, tenente del controspionaggio dell’Esercito americano, nel 1969 conosce LaVey e in pochi anni diventa il suo braccio destro, l’autore di vari rituali e il direttore del periodico della Chiesa di Satana The Cloven Hoof. Nel 1975 Aquino rompe con LaVey apparentemente per problemi organizzativi, ma in realtà per il conflitto classico fra il satanismo razionalista di LaVey e idee più decisamente occultiste e convinte della realtà di Satana come essere personale. Seguito dalla maggioranza dei leader delle unità locali della Chiesa di Satana (le “grotte”, che trasforma nei “piloni” del nuovo Tempio di Set) – e degli stessi membri della Chiesa di LaVey – il 21 giugno 1975 Aquino invoca Satana, che gli chiede di essere chiamato Set e gli rivela una genealogia occulta per cui il regno satanico si afferma attraverso tre “eoni”: due finiti, guidati da Crowley e da LaVey, e il terzo inaugurato appunto nel 1975 e destinato ad essere guidato dallo stesso Aquino. Memore della sua esperienza di ufficiale del controspionaggio, Aquino recupera l’esaltazione dell’egoismo di LaVey come “piccola magia nera” intesa a dominare e a manipolare gli altri; ma vi aggiunge una “grande magia nera” legata a un mito gnostico secondo cui il creatore del mondo avrebbe voluto negare agli uomini l’intelligenza e questi la hanno ricevuta dal Principe delle Tenebre, dalla cui parte sono chiamati a schierarsi sfidando le presunte leggi morali del mondo, che derivano dal Dio creatore limitato e ostile all’uomo.
Negli anni 1980 Aquino ha avuto una serie di problemi: all’interno della sua organizzazione è stato accusato di un autoritarismo alla LaVey (e ha risposto cedendo la responsabilità amministrativa del Tempio di Set al professore di inglese texano Steven Flowers); all’esterno è stato coinvolto nel 1987 in una accusa di pedofilia, ma nessun procedimento penale è mai stato formalmente iniziato nei suoi confronti e Aquino ha denunciato la campagna come una montatura di giornalisti e di alcuni ambienti “anti-sette”.

CHIESA DELLA LIBERAZIONE SATANICA. Nel 1986 un professore di inglese, Paul Douglas Valentine, ha fondato nel Connecticut la Chiesa della Liberazione Satanica, che appartiene alla stessa corrente del satanismo occultista di Aquino e si ispira anche ai modelli europei ottocenteschi descritti in romanzi come Là-bas di Huysmans. Valentine può contare sull’appoggio della mitica libreria magico-occultistica di New York Magickal Childe e del suo “satanico” proprietario Herman Slater (“Herman l’orribile”), punto di riferimento di un certo satanismo newyorkese.

ORDINE DEL LUPO MANNARO. Un autore di scritti sul satanismo, Nikolas Schreck, ha fondato nel 1984 l’Ordine del Lupo Mannaro (Werewolf Order). Schreck si ispira a LaVey, ma l’aggressività nei confronti del Cristianesimo è particolarmente violenta. Si può avere qualche volta l’impressione di trovarsi di fronte ad eccessi ludici, ma i riferimenti al nazional-socialismo sono particolarmente inquietanti, e hanno suscitato simpatie per l’ordine fondato negli Stati Uniti da Schreck in ambienti satanisti del neo-nazismo tedesco (dove si era già diffusa negli anni 1970 una organizzazione “luciferiana”, la Lucifer-G).

CHIESA DELLA GUERRA. La Chiesa della Guerra (Church of War, o COWAN) accetta molti degli insegnamenti di LaVey: si dichiara “pagana e atea” ma nello stesso tempo vuole mantenere “gli aspetti validi della religione”, cioè il rituale e i simboli. La Church of War celebra la vita come guerra di tutti contro tutti, dove non c’è misericordia e contano solo la forza e il coraggio. Satana è il simbolo della guerra, e le guerre come grandi rituali satanici pubblici non debbono essere evitate ma favorite. La Church of War si è così conquistata la sua fetta di pubblicità celebrando gioiosamente le guerre del mondo e proclamando il suo odio per chi ama la pace.

CHIESE DI SATANA (Parigi-Torino). Meritano almeno un cenno le troppo famose Chiese di Satana torinesi, a cui la stampa attribuisce spesso decine di migliaia di seguaci. Secondo valutazioni emerse all’epoca del convegno torinese Diabolos, Dialogos, Daimon del 1988 i seguaci si aggirerebbero in realtà sulle “poche decine”. Giacché a Torino operano almeno due “Chiese di Satana” concorrenti – entrambe impegnate nelle “messe nere” secondo il modello della letteratura francese ottocentesca – le cifre sono probabilmente un poco più alte, ma è da escludere che i seguaci siano più di qualche centinaio. Altri gruppi italiani come la Confraternita di Efrem Del Gatto a Roma e i Bambini di Satana a Bologna hanno goduto a loro volta di una certa notorietà giornalistica, ma sono probabilmente ancora più piccoli. Si dovrebbe semmai evocare l’O.T.O. “indipendente” – ormai del tutto autonomo e senza più legami con alcuna delle branche crowleyane “ufficiali” straniere – diretto a Bologna da Roberto Negrini che rappresenta, sulla scena crowleyana internazionale, un esempio quasi unico di uso insistito di riferimenti espliciti a Satana. Finché lo stile di pensiero rimane “thelemita” e crowleyano non si tratta, tuttavia, di vero e proprio satanismo; al massimo, si può parlare per il gruppo di Negrini di un equilibrio instabile fra elementi crowleyani e satanisti; gli sviluppi futuri di questo gruppo (che appare in crescita) potranno dirci quali elementi si affermeranno come prevalenti.

Questa rassegna lascerà probabilmente a più di un lettore una impressione – se non proprio di delusione – di sproporzione fra il gran parlare che si fa del satanismo e la modesta entità, al di là dei miti e delle voci, dei “nuovi movimenti religiosi satanisti” che oggi sono effettivamente in attività.
Dal punto di vista quantitativo l’impressione è senz’altro corretta, e la rassegna avrà raggiunto il suo scopo se avrà dissipato l’impressione – diffusa dall’anti-satanismo organizzato, ma qualche volta sapientemente coltivata dagli stessi satanisti a fini propagandistici – secondo cui i gruppi satanisti sono numerosissimi e potentissimi. Non è così: ma dal punto di vista qualitativo è possibile anche qualche considerazione diversa, che mi rende personalmente riluttante a schierarmi con quei sociologi che considerano il fenomeno semplicemente sopravvalutato e tendenzialmente irrilevante.

I movimenti satanisti, da un punto di vista tipologico, rappresentano infatti un caso esemplare delle conseguenze a cui può giungere un atteggiamento di totale rifiuto della visione cristiana del mondo e dell’uomo. I satanisti sono marginali in quanto affermano esplicitamente queste conseguenze, che tuttavia a livello implicito sono ampiamente presenti in una mentalità assai più diffusa.

Ben pochi, oltre ad Aquino e a LaVey, sono disposti ad affermare che è giusto che i forti opprimano i deboli, che gli astuti ingannino i semplici, che chi può si goda la vita ignorando il Decalogo e anzi proclamando un anti-decalogo satanico: ma non è necessario essere particolarmente pessimisti per constatare come lo stile di vita che Aquino e LaVey propongono sia largamente seguito da molte persone che certamente non li hanno mai sentiti nominare. Il satanismo, da questo punto di vista, svela la verità ultima di un mondo post-cristiano che sembra considerare il Cristianesimo come del tutto irrilevante.

Più profondamente – benché gli specialisti di esoterismo considerino i satanisti come non particolarmente dotati di cultura esoterica – il satanismo è spesso il punto di arrivo di un itinerario magico. Il mago, l’occultista ha cercato per anni l’auto-redenzione e l’auto-salvezza, l’immortalità conquistata tramite una tecnica che permetta di sperimentare di essere come Dio.

Dopo una vita di sforzi, qualche volta, si guarda allo specchio: e non vede nulla. I risultati promessi, per cui ha speso un’intera esistenza, non sono venuti. Può capitare, allora, che la volontà magica di essere come Dio si rovesci in un odio metafisico contro Dio: nasce allora quel raro (ma non inesistente) personaggio che è il vero satanista.

Può capitare, naturalmente, anche il contrario: dalla delusione può scattare la scintilla per un riesame di vita e per una conversione. Nella mia esperienza personale di ricercatore negli ambienti dell’occultismo ho potuto incontrare l’uno e l’altro caso: se le conclusioni drammatiche, che non mancano, mi spingono a preoccuparmi ogni volta che un giovane imbocca la strada dell’occulto, le conversioni – a cui pure ho potuto assistere anche in ambienti lontanissimi dal Cristianesimo -mi ricordano che nessun caso è disperato né deve essere “abbandonato a se stesso”, e che la grazia di Dio è più forte di qualunque barriera in cui l’uomo può rinchiudersi.