Satana nella vita dei Santi – San Filippo Neri

Si narra nella vita di S. Filippo Neri, che mentre si avanzava per una via deserta, alla periferia di Roma, vedeva in una piazzetta uno stuolo di ragazzi sfaccendati che giocavano, gridavano, si rincorrevano, mentre intorno a loro molti demoni si sforzavano a istigare i giovani, che non se ne curavano, intenti ai loro giuochi.

Dopo un istante sopraggiunse un altro giovane più grande, che si mise a chiacchierare con i figliuoli, e tutti lo ascoltavano, cessando di giuocare. Intanto i diavoli andarono via. S. Filippo pensava: costui dev’essere un santo, se, al suo arrivo, i demoni se ne vanno.

Invece, ahimè! S. Filippo si accorge che il sopraggiunto richiamava l’attenzione dei ragazzi, narrando cose oscene, scandalose, e insegnando il male. Capì, allora, che un solo compagno cattivo può far più male alle anime, che gli stessi diavoli, i quali intanto andarono a tentare altre anime, lasciando al loro posto uno assai più abile di essi stessi per rovinare i ragazzi.

Altra volta ancora lo stesso Santo, preparava uno stuolo di bambini a confessarsi bene: i maschi da un lato e le femminucce dall’altro. D’un tratto scorge sotto i banchi uno scimmiotto colle corna, il quale si spostava continuamente, andando ora da una parte, ora dall’altra.

—   Che fai tu qui, brigante d’un diavolo peloso?

—   Sono venuto a fare restituzione.

—   Quale restituzione?

—   Vengo a restituire a questi ragazzi la vergogna. Quella vergogna e quel pudore che avevo portato via da loro quando li spingevo a fare i peccati, parole oscene, atti brutti e disonesti. Ora restituisco loro la vergogna, affinchè non abbiano a confessarsi bene, ma abbiano a tacere i peccati gravi e vergognosi, facendo così tanti sacrilegi.

Allora, S. Filippo, con un segno di croce, fugò il Maligno, giammai stanco e soddisfatto di condurre alla rovina irreparabile tante e tante anime.

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