Il Channeling

Una forma contemporanea di spiritismo di derivazione New Age è il Channeling, che letteralmente significa “incanalamento” cioè collegarsi, entrare in contatto con realtà superiori e con la “coscienza universale” (chiamato anche “essere unico”, “grande tutto”, “grande sè”, “essere universale”) di cui noi dovremmo essere dei frammenti. Secondo questa corrente oltre che con l’aldilà, è possibile entrare in contatto con gnomi, folletti, elfi, fate, che sarebbero tutti spiriti della natura oppure con spiriti di piante o alberi secolari o con il grande spirito della terra (dea pagana “Gaya”), o ancora con gli spiriti del fuoco o dell’acqua. I cultori del Channeling sostengono di potersi mettere in contatto anche con Dio, Gesù, la Madonna, i Santi (che rappresentano per loro solo entità illuminate) fino ad arrivare agli spiriti superiori extraterrestri che abitano su altri pianeti.
Il Channeling sarebbe quindi un processo di incanalamento verso entità che si trovano ad un livello di realtà diverso da quello naturale, in un’altra dimensione. A differenza dello spiritismo classico, viene considerato tutto come manifestazione e sviluppo della potenza mentale dell’uomo compresi tutti gli avvenimenti storici e religiosi. Ogni singolo episodio sarebbe solo un fenomeno di Channeling. Ciascuno di noi è considerato un canalizzatore, una sorta di stazione ricevente dei messaggi provenienti da Gesù, dagli angeli, dai defunti, dagli spiriti della natura, dagli extraterrestri, ecc. Secondo loro, la medianità arriverà a sostituire la religione ed il monopolio che la Chiesa ha avuto nei secoli.

Secondo i sostenitori del Channeling, altre differenza rispetto allo spiritismo classico sarebbero:

– quasi totale assenza di manifestazioni e fenomeni medianici (colpi “rash”, movimenti del tavolo, materializzazioni, ecc.);
– le entità che si esprimo tramite il medium non sono esclusivamente le anime dei defunti;
– dopo la morte l’identità personale si dissolve in un oceano panteistico;
– le voci degli spiriti sono spiegate in termini parascientifici o fantascientifici come ad esempio il “sè superiore” o l’inconscio.

Al di là delle teorie, la differenza sostanziale tra lo spiritismo classico, che cerca di entrare in contatto con gli spiriti affinché essi si manifestino ed il Channeling, consiste nel fatto che in quest’ultimo viene evocato uno spirito affinché si impossessi del proprio corpo e della propria mente e comunichi tramite di essi. Lo spirito prenderà dimora stabile nella persona che lo ha evocato e lo manipolerà in modo molto profondo e duraturo.
Il problema principale legato al Channeling è costituito dal fatto che esiste una tendenza ad insegnare alla gente come lasciarsi “canalizzare”. Si tratta quindi delle molte persone a cui vengono insegnate le tecniche per “aprirsi” al loro “sé superiore”, o al proprio “spirito guida”, o ai “maestri ascesi”, oppure ai “saggi”, ai “consiglieri psichici”, all’”amico”, al “caro familiare defunto”, al “guaritore interiore”, all”amico extraterrestre”, all’”archetipo”, all”angelo”, alla “sfera di luce immateriale”, alla “scintilla di Intelligenza Universale” e così via. Sono molti infatti che sostengono di compiere attività di vario tipo (come ad esempio scrivere un libro o dipingere un quadro), mettendo in atto ciò che consiglia e detta il proprio spirito guida. In ogni caso i frutti non possono essere che radicalmente anticristiani e deleteri.

Anche nei più disperati casi di lutto famigliare, nessuna pratica spiritica è da considerarsi lecita. E’ sempre molto pericoloso esporsi a contatti con gli spiriti dell’aldilà anche se la voce risultasse identica a quella del defunto o se lo spirito si identificasse come “spirito buono”.
Sappiamo infatti che il Demonio è esperto nel mascherarsi in angelo di luce (cfr. 2Cor 11,14), come nei casi in cui i messaggi sembrino oggettivamente buoni e veritieri. Mescolare ad arte verità e menzogne è infatti la specialità del dragone infernale.
Fra i tanti casi di inganno possiamo citare quello di una signora che era entrata in contatto con uno spirito, che riteneva benevolo perché gli insegnava a pregare ed altre cose buone. Ciò è durato fino a quando lo spirito si era profondamente radicato nella persona e cominciò a manifestarsi per quello che in realtà era. Questa persona ha dovuto in seguito subire tormenti di varia natura da parte dell’entità che la continuava a perseguitare.
Chi cerca contatti con i morti, affinché questi si manifestino, instaura una pericolosa dipendenza. Questo tipo di dipendenza può essere distruttiva; infatti quasi sempre l’evocazione degli spiriti provoca ossessioni, voci, rumori, sensazioni corporali, impulsi al suicidio, disgrazie e persino psicosi dissociative. Lo sviluppo delle facoltà medianiche e le pratiche spiritiche di solito tendono a pregiudicare la salute mentale. A cadere vittime di questi squilibri non sono solo i medium, ma tutti coloro che partecipano, o anche solo assistono a sedute spiritiche. Chi entra in contatto con i “morti” finisce sempre per indebolire le proprie difese, il proprio controllo, cadendo molto spesso nella dissociazione della personalità e finendo spesso nel delirio. Molti recenti fatti di cronaca con delitti efferati senza apparente movente, sono stati compiuti da individui che avevano praticato lo spiritismo.
Diffidate da ogni persona che dice di poter parlare con gli spiriti o di poter mettere in contatto con i defunti; costoro sono strumenti diabolici che portano inesorabilmente alla rovina spirituale, psichica, fisica e materiale delle persone che vi ricorrono (anche in qualità di semplici spettatori). Il Diavolo non scherza in nessuna occasione, anche se astutamente vuol fare credere il contrario.
Attenzione, perché esistono varie sette diffuse in Italia (Movimento della Speranza, Cenacolo Universale Spirituale, Cerchio Firenze 77, ecc.) che praticano deliberatamente spiritismo ed evocazione dei morti anche se talvolta si mascherano con l’apparenza onesta e pia di comunione con la Chiesa.

E’ bene tenere a mente che sono leciti solo i casi in cui, per permissione divina, il defunto purgante (e non dannato) si presenta spontaneamente in sogno o visione per confortare il vivente o per richiedere particolari preghiere di suffragio, senza chiedere altro né dialogare. In tutti questi casi non è la persona che richiama il morto, ma Dio che liberamente permette allo stesso di manifestarsi in qualche modo. Oltre che nel Vangelo (cfr. Lc 9,28-31; Mt 27,51-53), troviamo casi di questo tipo nella vita di molti Santi.

E’ utile anche ricordare cosa la rivelazione biblica, i Santi e i Concilii Vaticani ci dicono riguardo ai defunti. Anzitutto le loro anime vanno subito o in Paradiso, o in Purgatorio, o all’Inferno. La Bibbia stessa afferma che “abbiamo solo questa vita come periodo di prova; non c’è appello”. Il Vangelo ha espressioni che non lasciano dubbi. La storiella della reincarnazione, in cui credono le grandi religioni orientali ed in cui credono molti italiani, è inammissibile e in netta contraddizione con la fede nella risurrezione della carne (meritata dalla risurrezione di Cristo), che è alla base del cristianesimo.
Riguardo all’anima dei defunti la fede ci dice inoltre che le anime del Paradiso possono ricevere le nostre preghiere ed intercedere per noi mentre le anime del Purgatorio possono ricevere i nostri suffragi ed ottenerci grazie; il tutto avviene non direttamente, ma attraverso Dio.
Le preghiere per le anime dell’Inferno sono totalmente inutili poiché il loro stato è definitivo in eterno; tuttavia Dio saprà utilizzare la nostra preghiera affinché non resti vana, per casi di altrui necessità forse a noi sconosciuti finché saremo in questa vita.

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