Storia – La cosiddetta Riforma

Lutero era un monaco agostiniano (entrato in monastero per sfuggire a una vendetta privata) che trasse pretesto da una pretesa “corruzione” della chiesa per fondare una religione completamente nuova. Per questo è inesatto parlare di “Riforma”. Infatti se il problema fosse stato davvero costituito dalla vendita delle indulgenze, delle cariche ecclesiastiche e dalla non osservanza del celibato ecclesiastico, si sarebbe potuto benissimo ovviare a tali abusi semplicemente eliminandoli.

Non era la prima volta che la Chiesa si autoriformava sotto l’impulso di Santi (pensiamo a San Francesco), e lo stesso Lutero venne invitato al Concilio di Trento per esporre le sue tesi. Ma non ci andò. Ormai si era spinto troppo in là ed aveva rivelato dove realmente voleva andare a parare.

Personalmente ossessionato dal sesso, dal demonio e dal peccato, proprio la notte di Ognissanti del 1517 (per coincidenza è la “notte delle streghe”) affisse le sue famose “tesi” sulla porta della chiesa di Wittemberg, la prima delle quali diceva che «tutta la vita del cristiano deve essere una penitenza».

Questa allegra prospettiva fu puntellata con tutta una serie di rivendicazioni che, di fatto, smantellavano completamente il cattolicesimo: abolizione della gerarchia ecclesiastica perchè ogni cristiano può interpretare da solo le Scritture, abolizione del culto dei Santi e della Madonna, sostituzione della Messa (in cui si ripete il sacrificio di Cristo) con una semplice commemorazione dell’ultima Cena, abolizione degli ordini religiosi e della Confessione.

Naturalmente finì come doveva finire: se ogni cristiano è libero di interpretare le Scritture come vuole perche dovrebbe interpretarle come dice Lutero? Infatti già durante la sua vita le sette protestanti si moltiplicarono. Ma lui instaurò un clima di terrore e ricorse ai principi tedeschi per reprimere nel sangue ogni dissenso.

Cominciarono le guerre di religione e la Cristianità si spaccò per sempre. l ‘Inghilterra di Enrico VIII, la Munster degli Anabattisti, la Ginevra di Calvino, la Scozia di Knox e la Francia degli Ugonotti divennero teatro di massacri senza fine, a cui si pote porre termine solo con il compromesso del “cuius regio eius religio”. Adesso ogni suddito doveva obbligatoriamente professare la religione dello stato in cui viveva, cosa che portò all’instaurarsi di inquisizioni e alla repressione di ogni diversa religione all’interno di ogni stato.

Le idee protestanti, in tutte le loro forme, veicolate attraverso la nuova invenzione della stampa, crearono dappertutto fermenti, rivolte e stragi.

Le novità introdotte dalla cosiddetta Riforma furono: la dottrina della predestinazione e l’impossibilità della Confessione liberatoria, che determinarono una psicologia pessimistica (da qui la plumbea “austerità” delle popolazioni nordiche).

La sottoposizione della religione allo stato e la conseguente creazione di chiese nazionali abituò i protestanti all’obbedienza al governo, con la stessa intensità con cui prima si doveva obbedire a Dio stesso. Le donne, private anche della possibilità della carriera ecclesiastica, finirono “angeli del focolare” e vennero relegate in ruoli esclusivamente casalinghi.

La sessuofobia di Lutero venne portata ad esasperazione dai Puritani inglesi, i quali la trapiantarono in America. Non è un caso se è proprio in quella nazione che i presidenti sono costretti alle dimissioni se scoperti in flagranza di adulterio. Il bigottismo sessuale, poi, genera il suo contrario per reazione: infatti la rivoluzione sessuale rockettara e poi sessantottina è partita proprio dagli Usa.

Ancora: Lutero vietò le immagini sacre, costringendo l’arte alla sola musica: per questo motivo le zone protestanti partorirono da allora in poi praticamente solo musicisti. Infine i “pastori”, perche sposati, divennero facilmente ricattabili dal Potere (lo si è visto nei regimi comunisti e nazisti: solo i preti cattolici hanno potuto resistere).

Rino Camilleri – “Fregati dalla scuola”

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