Storia – Le monarchie assolute

C’è chi ancora sostiene che la rivoluzione protestante abbia aperto la via alla “libertà”. E’ vero l’esatto contrario. Spezzato il monopolio romano sulla religione il compromesso “cuius regio eius religio” consegnò le varie chiese, ormai “nazionali”, al potere civile. I re, ormai, non riconoscevano più l’autorità morale del Papa. Dunque su di loro adesso c’era solo Dio. In Inghilterra lo scisma di Enrico VIII proclamò il re capo della chiesa anglicana: cioè lo dichiarò “papa” nei suoi possedimenti, con potere di decidere in materia di dogmi e di fede (cosa che i sovrani inglesi hanno ancora oggi).

Chi la pensava diversamente non era più solo eretico ma anche “traditore”, passibile di impiccagione e conseguente squartamento del cadavere.

Già lo vedemmo, ne fecero le spese oltre settantamila cattolici (tra parentesi, solo alla fine del secolo scorso cessarono le discriminazioni amministrative nei confronti dei cattolici inglesi). La dittatura di Cromwell completò l’opera sterminando mezza Irlanda in uno dei primi genocidi organizzati della storia.

Altra parentesi e altro massacro: all’altro capo del mondo, in Giappone, mercanti protestanti aizzarono l’imperatore nipponico contro i missionari cattolici, facendo credere che questi erano le avanguardie di una conquista spagnola o portoghese.

Si scatenò la persecuzione. Nel 1537 un gruppo di ronin cattolici (i ronin erano samurai senza padrone) si misero alla testa di una rivolta e si arroccarono nel castello di Shimabara.

Dopo una lunga ed eroica resistenza vennero tutti massacrati. Gli odierni film sulle arti marziali hanno finito per dare una patina “eroica” al Giappone feudale. In realtà si trattava di un sistema ingiusto e spietato, che opprimeva i contadini e teneva le classi inferiori per “cose” a disposizione dei padroni-feudatari.

Così era anche in Cina e in tutto l’Oriente. Molti di questi sventurati si fecero cattolici proprio perché la religione dei missionari predicava il riscatto e l’uguaglianza. Tuttavia a Shimabara si limitarono a chiedere la stessa libertà di culto di cui godevano i Buddisti, i Confuciani e gli Shintoisti.

All’assedio di Shimabara contribuì anche una nave olandese. Da quel momento tutti i cattolici giapponesi vissero nel terrore. Se scoperti venivano crocifissi o arsi sulla “collina dei martiri”, a Nagasaki. Quando gli Americani costrinsero, nel secolo scorso, il Giappone ad aprire le sue frontiere, i missionari trovarono una forte comunità cattolica clandestina proprio a Nagasaki. Aveva resistito per oltre due secoli. Ma venne spazzata via dalla bomba atomica che giusto su Nagasaki fu lanciata, sebbene la città non presentasse obiettivi militari.

Torniamo all’Europa. Le idee espresse dall’Umanesimo, maturate nel Rinascimento ed esplose nella Riforma vennero poco a poco condensate sul piano politico da un ceto di “legisti”, stipendiati dai sovrani. Costoro presero a costruire teoricamente lo stato moderno, quello al di sopra del quale non c’è niente e nessuno. Ai re faceva comodo, naturalmente.

Finì che la volontà di Dio venne identificata con quella del sovrano, il quale divenne “assoluto”, cioè ab (legibus) solutus, “sciolto dalle leggi” che egli stesso emanava. “Lo Stato sono io”;, diceva adesso con ragione il re di Francia.

Tale processo culminò con Luigi XIII, il quale poco alla volta esautorò la nobiltà togliendole tutti gli incarichi, ma non i privilegi connessi. I nobili vennero attirati a Corte e trasformati in un ceto semiparassitario.

Tutte le funzioni che avevano precedentemente (amministrazione, difesa, giustizia a livello locale) vennero loro tolte, lasciando loro solo gli alti gradi militari. In questo modo tra il monarca e i sudditi non c’era più niente a far da schermo. Solo la Chiesa. Ma essa venne sistematicamente attaccata ed erosa da estenuanti bracci di ferro col potere civile. Fu il cosiddetto Gallicanesimo in Francia e il Giuseppinismo in Austria, tendenze statalistiche che sottoponevano la nomina dei vescovi al gradimento del sovrano e ponevano di fatto l’attività della Chiesa sotto il controllo dello Stato. Nei paesi protestanti tale controllo era scontato. In Spagna e in Portogallo ministri accentratori e illuministi (come il marchese di Pombal, responsabile della distruzione delle reducciones dei gesuiti nel Sudamerica; è narrato nel film Mission) si incaricarono di adeguare il loro paesi alle tendenze generali.

Filosofie come il Positivismo ed eresie come il Giansenismo nel frattempo si incaricavano di svuotare il Cristianesimo nella sua versione cattolica, scemando sempre più l’autorità morale (ormai non più universale) del Pontefice romano.
Rino Camilleri – Fregati dalla scuola

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