Fu insigne predicatore domenicano, convertì a Dio migliaia e migliaia di peccatori ed eretici, operando miracoli sì strepitosi e numerosi da essere chiamato « Taumaturgo », come S. Antonio di Padova.
Naturalmente il demonio lo provò con terribili, innumerevoli assalti. Riportiamo solo un episodio della sua vita, tutta spesa al servizio di Dio e al bene del prossimo.
Una notte stava pregando davanti ad un’immagine della Madonna, per supplicarla di ottenergli da Dio il dono della santa perseveranza. Il demonio gli apparve sotto le sembianze di un vecchio eremita dall’aspetto venerando, con una barba fluente che gli scendeva fino alle ginocchia. Sembrava un S. Antonio Abate o un S. Paolo, primo eremita.
Gli disse che era vissuto per lungo tempo in Egitto, dove aveva trascorso i suoi anni in austera penitenza, con quei santi Solitari; nondimeno non poteva nascondergli che quando era giovane, s’era lasciato travolgere da tutti i piaceri carnali; che in seguito si era convcrtito, ed aveva espiato i peccati con la penitenza; che nostro Signore, nella sua misericordia, gli aveva perdonato e che, dopo una lunga perseveranza, gli aveva dato la vita eterna.
Consigliò, dunque, al Santo di diminuire i suoi digiuni e le sue austerità, dicendole più adatte per l’età avanzata; di passare tranquillamente la sua giovinezza nei piaceri e nelle voluttà, aggiungendo che avrebbe più tardi potuto tornare a Dio ed ottenere, com’era accaduto a lui stesso, il perdono dei peccati. Doveva sapere, infine, che l’uomo è troppo debole e trascina con sé un nemico troppo vicino per poter evitare la sensualità della carne, sia nella giovinezza, come nella vecchiaia, e che un giovane deve sapersi divertire nella gioventù.
Vincenzo non tardò molto a riconoscere che l’apparizione non veniva dal cielo; ma che si trattava del demonio, vestito da eremita ed uscito dall’inferno per ingannarlo. Fece, dunque, il segno della croce, si raccomandò alla SS.ma Vergine e lo respinse con queste parole: — Vecchio serpente, credi tu che io non ti riconosca? pensavi tu, dunque, di poter vincere questo cattivo soldato, che è armato di tutta la virtù del suo Divin Maestro, Gesù Cristo? A lui ho consacrato la mia giovinezza, la mia vecchiaia e tutta la mia vita!
Il mostro, confuso al vedersi smascherato e scoperto, scomparve sull’istante, lasciandosi dietro un orribile fetore. (Cfr. Vita del Santo, scritta dal P. Rebadeneira).
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