Il Nuovo Rituale degli Esorcismi (Libreria Editrice Vaticana – Ed. 2004) vieta l’uso della “forma imperativa” dell’esorcismo come strumento di indagine per accertare la possibilità che una persona possa soffrire o meno di possessione diabolica. Nella pratica, tuttavia, sono diversi gli esorcisti che utilizzano la preghiera esorcistica (se non altro quella nella “forma invocativa/deprecatoria“: non espressamente vietata dal Rituale) quale mezzo efficace per comprendere se una persona sia affetta o meno da disturbi malefici.
Quando uno spirito maligno entra in una persona, la prima cosa che fa è quella di nascondersi, cercando di non farsi smascherare: la persona che è vittima di una possessione accusa strani dolori, ha strani pensieri, arriva a vedere e percepire cose che nel mondo “reale” sembrerebbero non esistere (ombre, fruscii), ma non sempre arriva a pensare che è posseduta da un demonio.
Gli esorcisti – dicevamo – ricorrono spesso all’esorcismo come “strumento di indagine”. E se non ricorrono all’esorcismo vero e proprio, allora attuano sul “sospettato” tutta una serie di preghiere “esorcistiche” o – se vogliamo – di “liberazione”, allo scopo di smascherare un’eventuale presenza maligna. Durante queste preghiere, forti della loro esperienza, essi stanno attenti al verificarsi di alcuni “segni” capaci di rivelare la presenza occulta di uno spirito diabolico: qualora questi “segni” ci fossero, si inizierebbe con gli esorcismi veri e propri.
Quanto segue – relativamente ai tipi di “trance” e alle classi di demoni – l’ho rielaborato prendendo spunto dalle teorie espresse dall’esorcista José Anotonio Fortea all’interno del suo libro “Summa Daemoniaca” (Ed. Tre Editori, 2008).
TIPI DI “TRANCE” NELLE POSSESSIONI DIABOLICHE
• CASI DI POSSESSIONE CON “TRANCE” MANIFESTA
Il soggetto – durante la preghiera dell’esorcista volta ad indagare il presunto stato di possessione – quando ha dentro di sé un demonio, solitamente comincia a irrigidirsi assumendo un’espressione di tensione sul volto e sulle mani. Se si continua a pregare potrebbe iniziare a gridare con una voce diversa e maligna; oppure potrebbe sboccare in una grande risata, sempre maligna. A volte potrebbe fremere e rivolgere gli occhi all’indietro facendo vedere solo il “bianco”; altre, potrebbe inveire usando un linguaggio blasfemo. Uscito dalla “trance”, però, non si ricorderebbe di nulla.
• CASI DI POSSESSIONE SENZA “TRANCE” MANIFESTA
Potrebbe capitare che il presunto posseduto non presenti alcunché di “sospetto”: qui l’esorcista, qualora abbia un motivo fondato di ritenere possibile la possessione, deve continuare a pregare intensamente sul soggetto. Nel momento in cui il demonio non ce la dovesse fare più a resistere, il posseduto potrebbe spalancare gli occhi e ordinare con una voce (maligna) di smettere di pregare. Lo stato di “trance” in questo caso non si vede – non ci sono neppure gli occhi rovesciati. Ma anche qui, non appena il soggetto torna in sé, non ha modo di ricordarsi di nulla.
CLASSI DI DEMONI
• DEMONI “APERTI”
Si dicono demoni “aperti” quelli che quando si manifestano fanno sì che la loro vittima inizi a parlare mantenendo gli occhi aperti.
Nell’intento di nascondere la sua presenza, potrebbe succedere che il demonio – facendo adottare al posseduto una voce e dei gesti normalissimi – faccia dire all’esorcista che non capisce il senso delle sue preghiere, rida di lui e affermi che il problema da cui è affetto e solo “psicologico”: in realtà il posseduto è già in uno stato di trance. L’esorcista – se ha motivo di ritenere reale lo stato di possessione – non deve lasciarsi ingannare: il sospetto deve sorgergli dal fatto che il presunto posseduto si è recato da lui spontaneamente, e che adesso non ha senso che riconduca il tutto a un mero problema di natura psicologica. Terminate le preghiere di indagine, ad ogni modo, se si interrogasse il soggetto sul perché avesse deriso l’esorcista negando l’eventualità di una sua possessione e questi non dovesse ricordarsi di nulla, allora si può stare certi: è possessione.
Nonostante questo stratagemma, solitamente il manifestarsi di questa classe di demoni avviene con “segni” molto più eclatanti: parlano molto, sono violenti, hanno uno sguardo di odio e richiedono l’assistenza di alcune persone pronte a tenerli fermi per evitare che possano fare del male e se stessi o agli altri.
• DEMONI “CHIUSI” o CLAUSI
I demoni “chiusi” (clausi), sono particolarmente abili nel nascondersi: questa classe di demoni, fa sì che il posseduto tenga gli occhi chiusi quando entra in “trance”.
Può capitare che i clausi – volendo nascondere la loro presenza – cerchino di resistere alla preghiera di indagine dell’esorcista (anche per diversi minuti). Se l’esorcista – dopo aver parlato con il presunto posseduto – ha motivo di ritenere fondato il sospetto di possessione, deve insistere nella preghiera: a un certo punto il demone non ne potrà più e si manifesterà rivoltando (sotto le palpebre) gli occhi all’indietro, senza fare ulteriori movimenti “sospetti”. L’esorcista che volesse accertare lo stato di possessione, continuando a pregare, dovrebbe sollevargli le palpebre: scoprirebbe che le pupille sono “bianche”. In questi casi bisogna stare particolarmente attenti, perché non appena si smette di pregare, il posseduto ritorna in sé senza ricordare nulla di quanto accaduto: se non ci si accerta prima del “segno” delle pupille rovesciate, si potrebbe pensare di avere a che fare con una persona niente affatto posseduta.
Anche i demoni clausi, quando vengono smascherati, parlano e gridano, però solitamente lo fanno dopo un po’ che si sta pregando su di loro, e comunque sempre con gli occhi chiusi.
– Demoni Muti – (chiusi)
I demoni chiusi, o clausi, a volte nel manifestarsi, pur tenendo gli occhi chiusi, non proferiscono parola: in questo caso si parla di demoni muti.
“Maestro, ti ho portato mio figlio, che è posseduto da uno spirito muto” (Mc 9,17).
Questa tipologia di possessione metterà l’esorcista di fronte ad uno spirito che non parla. Anche qui, terminato lo stato di “trance”, il posseduto non si ricorderà di nulla.
– Demoni Occulti o Abditi – (chiusi/aperti)
Ci sono dei casi nei quali una persona si presenta dall’esorcista chiedendo di essere indagata circa un’eventuale possessione: magari racconta di aver vissuto degli strani fenomeni preternaturali e di aver sentito o avvertito come una forza estranea dentro di sé. Può succedere, anche, che i fenomeni preternaturali siano confermati perfino da parenti ed amici. Allora l’esorcista inizia la sua “indagine” cominciando a pregare, ma senza che il “sospettato” fornisca alcun “segno” di possessione. Qualora lo ritenga opportuno ed avendo un fondato sospetto, l’esorcista potrebbe anche procedere con una esplicita preghiera esorcistica. Ad ogni modo – persistendo l’assenza di segnali – è meglio che non insista eccessivamente, invitando il “paziente” a condurre una vita di fede e semmai a ripassare dopo qualche tempo per un’ulteriore “indagine”.
La cosa da fare, in questi casi, è che la persona che presume di essere posseduta si dedichi molto alla Preghiera: che si confessi, che vada a messa, che faccia la comunione eucaristica, che reciti dei rosari e mediti sulle Sacre Scritture ogni giorno. Ogni tipo di preghiera, va bene. Potrebbero volerci anche dei mesi, ma se il suo disturbo è di natura diabolica, con il consenso di Dio, passerà.
Questo tipo di demoni vengono detti Abditi o Occulti: possono essere sia chiusi che aperti, e sono capaci di resistere alla preghiera dell’esorcista anche per ore, senza dare nessun segno di possessione e senza provocare nessun tipo di malessere nel posseduto. Il problema è che non sempre la preghiera dell’esorcista riesce a smascherarli, inducendolo a pensare, a volte, che non si tratti di una “vera” possessione.
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