Satana nella vita dei Santi – San Domenico di Guzman

E’ il Santo Fondatore dell’Ordine dei Predicatori o Domenicani. Dante, parlando di lui, dice che fu « di cherubica luce uno splendore ». Un Cherubino, quindi, in carne ed ossa, che, con l’arma del S. Rosario e la predicazione combattè contro le eresie del suo tempo, convertendo peccatori ed eretici innumerevoli.

Non è da meravigliarsi, perciò, che il demonio, geloso dei grandi meriti e della gloria incomparabile che si acquistava giorno per giorno con la sua vita apostolica e santa, si aggirasse anche attorno a lui senza posa, spiando tutte le occasioni per impedirgli di fare il bene. Soprattutto, poi, non cessava mai di tormentarlo con distrazioni durante la preghiera e la meditazione.

Una notte, stava pregando a S. Sabina in Roma, quando il diavolo gettò su di lui, dall’alto del soffitto della chiesa sud­ detta una grossa pietra, che venne a sfiorare i suoi capelli, ridu­ cendosi tutta in briciole ai suoi piedi.

Un’altra volta, nella medesima chiesa, si presentò a lui sotto le sembianze di un religioso, che faceva orazione fuori di tempo e luogo. Un’altra volta lo vide in forma umana, assai affaccendato, correndo per tutta la casa di qua e di là. Il servo di Dio lo riconobbe e gli domandò: — Che fai qui, bestia crudele? — Rispose: — Faccio il mio mestiere, e guadagno sempre qualcosa —. — E cosa puoi tu guadagnare nel dormitorio? — domandò il Santo. — Che si dorma di più o di meno di quanto bisogna; che un Frate si levi con rincrescimento; o che non si levi per andare a mattutino. E quando mi si lascia fare qualche cosa di più, io suggerisco loro cose più gravi ancora —   Che male fai tu in Chiesa? — riprese S. Domenico.

—   Faccio in modo, rispose il demonio, che vi si portino troppo tardi, senza volontà e senza gusto, e che pensino alle cose del mondo —. Aggiunse che, nel refettorio, li tentava a mangiare di più o di meno di quanto avessero bisogno; che, nel parlatorio, li faceva ridere a crepapelle, e che quello era un posto tutto suo, perché là non si udivano che notizie vane, parole oziose e mormorazioni.

S. Domenico lo condusse, in seguito, alla Sala del Capitolo, luogo ove i religiosi si radunano per chiedere perdono delle loro mancanze e difetti, ricevendo ammonimenti salutari e penitenze dal P. Superiore, il cosiddetto, cioè, « Capitolo delle Colpe ». Ma, il demonio non volle entrarvi, e fuggì, dicendo : « Il Capitolo per me è un inferno; perché è lì che i frati confessano tutto il male che io faccio loro; è lì che sono avvisati e rimpro­ verati dei loro difetti; è lì che vengono assolti !»…

E’ questo un fatto davvero significativo, che dovrebbe far pensare certi spiriti superficiali anche fra le anime che fanno professione di vita perfetta, consacrandosi a Dio: il demonio c’è ed è sempre all’opera per condurci al male ed impedirci di fare bene il nostro dovere e il nostro servizio verso il Signore!…

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