Una forma di spiritismo, certamente tra le più pericolose, è quella dello «spiritismo pseudo-cattolico». È una forma di spiritismo subdola, proprio perché cerca di ammantarsi di un’aurea di liceità nell’ambito della Chiesa che non le appartiene affatto, quasi si trovasse in armonia con i principi e i fondamenti del cattolicesimo. Niente di più falso.
La cosa inquietante è che ai movimenti che si fanno promotori di questa forma di spiritismo, spesso aderiscono anche laici sedicenti cattolici praticanti, religiosi e addirittura sacerdoti. In alcuni incontri è stata celebrata perfino una messa, anche se bisogna ricordare che
non basta a garantire la legittimità di queste iniziative la presenza di sacerdoti, i quali sempre sono tenuti a chiedere al vescovo l’autorizzazione, che non si vede del resto come sia possibile concedere.[1]
Questi movimenti il più delle volte si propongono delle finalità autenticamente cristiane, come quella di consolare dei genitori che dovessero aver perso un figlio giovane in un incidente stradale… Si pretende, così, di poter mettere in contatto i malcapitati genitori con lo spirito del loro figlio defunto utilizzando delle «tecniche di evocazione» o degli «strumenti tecnologici». In alcuni casi, per giustificare il tutto e renderlo accettabile, si arriva ad affermare che non si fa ricorso ad alcun tipo di evocazione, che sono gli stessi spiriti a intervenire spontaneamente; ma in realtà l’evocazione c’è, anche quando è implicita. Ci dice l’esorcista padre Francesco Bamonte:
Grandissima prudenza dobbiamo avere nei confronti delle comunicazioni con l’aldilà apparentemente spontanee, cioè non provocate e in apparenza prive dell’intervento di qualsiasi tecnica. Esse vanno analizzate attentamente accertandosi che non nascondano una tecnica mentale che il soggetto ha sviluppato a seguito di un contatto consapevole o inconsapevole con l’occultismo avvenuto nel suo passato.[2]
Dare speranza a coloro che hanno subito un lutto è un atto lodevole e cristiano, ma questa speranza non deve basarsi sull’inganno dello spiritismo, altrimenti col passare del tempo porterà solo a maggiore disperazione e solitudine.
Non deve trarre in inganno neppure il fatto che durante gli incontri di questi spiritisti pseudo-cattolici si facciano delle preghiere, o che gli stessi spiriti evocati invitino i partecipanti alla preghiera:
Una preghiera dal genere è desacralizzata, perché nasce in una mentalità superstiziosa che non ha nulla a che vedere con la vera fede.[3]
Sullo stesso argomento ci mette in guardia anche l’esorcista padre Gabriele Amorth:
Una signora mi parlava che attraverso il registratore si era messa in contatto con uno spirito non bene identificato, che essa ha ritenuto senz’altro buono, perché le diceva cose buone e le insegnava a pregare. Dopo qualche anno, quando questa signora era ormai legata a questo spirito, esso ha incominciato a dire cose cattive e poi a bestemmiare. L’interessata ha capito di dover troncare e lo ha fatto, anche se con rincrescimento. Ma ormai aveva assorbito influenze malefiche, che durano tuttora. È disturbata continuamente da voci che non la lasciano lavorare, che non le permettono di dormire.[4]
Una pratica spiritica, dunque, per quanto intrisa di una falsa religiosità cristiana, potrebbe produrre i suoi frutti avvelenati anche a distanza di anni. E la bontà dei messaggi ricevuti, o il fatto che si preghi, o che siano gli stessi spiriti evocati (esplicitamente o implicitamente) a sollecitare la preghiera, non garantisce affatto che quello che si sta facendo sia secondo la volontà di Dio.
Il conforto per la perdita di una persona cara, deve derivare al vero cristiano solo dalla fede in Cristo Gesù che «è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1Cor 15,20). In Gesù e solo in Lui deve essere riposta la nostra speranza, perché come Lui ci ha detto, «Dio non è dei morti, ma dei viventi» (Lc 20,38).
[1] Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, Nota pastorale La Chiesa e l’aldilà, 23/04/2000, n°14.
[2] Francesco Bamonte, I danni dello spiritismo, Àncora Editrice, Milano 2003, 105.
[3] Francesco Bamonte, I danni dello spiritismo, Àncora Editrice, Milano 2003, 104.
[4] Gabriele Amorth, Esorcisti e psichiatri, Edizioni Dehoniane Bologna, 2007, 88.
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